CATERINA DA SIENA : PRIMA DONNA DOTTORE DELLA CHIESA

 

Il 4 ottobre 1970 Paolo VI proclamava ufficialmente che S. Caterina da Siena era annoverata tra i Santi dottori della Chiesa Cattolica : il termine dottore veniva ricondotto alla sua origine latina, ductor, cioè guida mediante la dottrina.
Il nuovo titolo attribuito alla Santa, già co-patrona d’Italia e successivamente co-patrona d’Europa, era il riconoscimento dell’ortodossia della sua dottrina e del suo apostolato sapienziale. I suoi scritti, il Dialogo, le 381 lettere e le 26 Orazioni, costituiscono “un corpo dottrinale che è insieme dogma e morale, sociologia e psicologia, mistica e pedagogia”.
La lettura degli scritti cateriniani ci pone in presenza “di una bellezza e di una profondità che danno al cuore quasi la stessa gioia che dà un brano del Vangelo o di una lettera di S. Paolo”. Lo storico francese Louis Canet osserva : “Il messaggio iniziale, la buona novella di Gesù Cristo non ha subito in lei alcuna trasformazione snaturante, alcuna falsificazione. Nei suoi scritti (il messaggio evangelico) brilla nello splendore della sua purezza primitiva”. Dio è amore e chiunque dimora nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.
E’ stato detto che nel pensiero di Caterina non vi è alcuna originalità rispetto alla tradizione patristico-scolastica. Ma Caterina non si è proposta nessuna originalità o innovazione : quello che ella si propone è comunicare Dio-amore, muovendosi in una prospettiva che è quella biblica dell’historia salutis. La religione cristiana è una storia, quella degli interventi di Dio-amore nelle vicende dell’umanità, un Dio che è il Dio-persona, il Dio-provvidenza, il Dio-Agàpe col quale l’uomo intrattiene un rapporto di amore, di fede, di obbedienza.
A Caterina viene spesso riferito il termine “illetterata” : questo termine non equivale ad ignorante : le sue pagine sono tra le più belle della nascente letteratura italiana. I biografi riferiscono che Caterina imparò a leggere tardi e ancora più tardi, sui trent’anni a scrivere. Cosa che non deve stupire : l’analfabetismo era la condizione della gran massa del “popolo” e anche molti esponenti della classe feudale si servivano di scrivani. Di contro ogni pagina di Caterina rivela la presenza di un vasto patrimonio culturale sacro che va dalla Bibbia ad opere di suoi contemporanei, unito ad una salda e limpida formazione teologica. Questa cultura è attinta dall’ambiente in cui la Santa si forma nella sua adolescenza, prevalentemente ispirata dal pensiero domenicano; e più tardi da quello del cenacolo che si riuniva intorno a lei, comprendente uomini e donne di vasta cultura. Ma la componente fondamentale della sapienza cateriniana è e rimarrà sempre la dottrina “infusa”in lei dall’unico vero Maestro, la “prima dolce verità”.