Breve storia di Santa Caterina da Siena

Caterina nasce a Siena nel popolare rione di Fontebranda (contrada dell'Oca) il 25 marzo 1347. E' la ventitreesima figlia del tintore Jacopo Benincasa e di monna Lapa Piacenti. Caterina ha una gemella, Giovanna, che morirà poco tempo dopo la nascita. Fin da piccola Caterina frequenta i frati Predicatori della basilica di San Domenico, poco distante dalla sua casa, ed ha una vita interiore già molto intensa. Non sceglie però di diventare suora, sente che la sua missione è nel mondo, ed entra nelle Mantellate o Terziarie domenicane. Le terziarie erano donne che si dedicavano ad opere di carità e si raccoglievano in preghiera ogni giorno nella Cappella delle Volte, nella basilica di San Domenico.

Caterina fu donna libera nello spirito che amò la verginità consacrata al celeste sposo, Cristo Gesù e fu dotata dal Signore di eccezionali grazie mistiche, tra le quali il mistico sposalizio e le sacre stigmate.

Papa Giovanni Paolo II, in un suo discorso, ha definito la vergine di Fontebranda "messaggera di pace". Essa cercò di riportare la pace in seno alle famiglie ed alle città : fu intermediaria di pace a Pisa ed a Lucca, fra il Papato e la città di Firenze, e a Volterra riuscì a sedare gli odii fra due famiglie, una guelfa e una ghibellina.Inviata ad Avignone come ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI, dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377.

Sempre Giovanni Paolo II ha detto di Santa Caterina che fu una “mistica della politica”. Nelle lettere ai politici suoi contemporanei essa ricorda che il potere di governare la città è un "potere prestato" da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l'interesse personale. Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo che rappresenta l'esempio più alto di giustizia. La giustizia infatti, nella dottrina politica di Santa Caterina, assume un ruolo fondamentale; senza giustizia non c'è pace e se manca la pace viene meno il presupposto che sta alla base della crescita sociale e morale di uno stato. Scrive ai Consoli e Gonfalonieri di Bologna :"Se voi sarete uomini giusti che il reggimento vostro sia fatto… non passionati né per amor proprio e bene particolare, ma con bene universale fondato sulla pietra viva Cristo dolce Gesù".

Non avendo studiato, dettava le sue lettere, che sono numerose, e i suoi trattati, in particolare la sua opera principale il "Dialogo della Divina Provvidenza", terminato nel 1378, due anni prima della morte. Essa, infatti, non aveva frequentato nessuna scuola e la sua cultura si formò piuttosto ecletticamente. Toccò tutti i punti della teologia: la Trinità, Gesù Cristo, la Chiesa, i sacramenti, il sacerdozio, i religiosi, la famiglia, la vita spirituale.

Muore a soli 33 anni, consumata dal suo amore per la Chiesa: un ‘curriculum vitae’ tanto breve quanto intenso. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà Patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. Nel 1970 avrà da Paolo VI il titolo di Dottore della Chiesa e, infine, l’attuale Pontefice, Giovanni Paolo II, nel 1999, l’ha proclamata Patrona d’Europa insieme a S. Brigida di Svezia e S. Benedetta della Croce (Edith Stein).

Per concludere questo breve ricordo di una grande santa, diremo, insieme a Paolo VI, che il suo nome è "fra i più dolci, i più originali, i più grandi che la storia ricordi, ...singolarissima donna, non mai abbastanza studiata e celebrata".

«Dio ha suscitato Caterina in un momento difficile della storia della Chiesa. In un momento altrettanto difficile, quale è il nostro attuale, la Chiesa ha ancora bisogno di Caterina. Caterina non è morta. Essa è più viva che mai. La sua voce forte, severa, materna, echeggia ancora» (dal Breviario Cateriniano, ed. Cantagalli, 1996).