"VEGLIATE E PREGATE OGNI MOMENTO" (Lc 21,36)

La vita monastica è una vita di rinuncia a servizio di Dio, scelta per amor suo. E’ possibile considerarla una strada che una persona del XXI secolo può ancora ragione¬volmente percorrere? Veramente le monache trovano la loro esistenza in monastero più significativa e gratificante dei vantaggi offerti dal mondo esterno?
La vocazione monastica è indubbiamente una delle più belle nella Chiesa di Dio. La "vita contemplativa", come viene solita¬mente definita la vita dei monasteri, è intera¬mente dedicata al mistero di Cristo, per vivere la vita di Dio che si dona a noi in Cristo. Solo alla luce del mistero di Cristo possono essere colte le finalità di una vita di umiltà, di obbedienza, di silenzio e di preghiera : Cristo è il centro della vita contemplativa, ne è la fonte è il fine. La monaca si sforza di penetrare il significato profondo di tut¬te le parole di Cristo, di conservarle nel cuore notte e giorno, meditandole (Lc 2,19) come la Vergine Maria.
Per il filosofo tedesco L. Wittgestein “pregare è immergersi nel mistero della propria vita”;  pregare, per le contemplative, è allora immergersi nel mistero trinitario, il che significa guardare tutta la nostra vita nello sguardo e nel movimento originario di Dio. E’ il mistero della no¬stra incorporazione a Cristo. E’ il disegno eterno di Dio Padre che ci salva in Cristo suo Figlio, per "benedirci con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo... poiché egli ci ha fat¬to conoscere il mistero della sua volontà, secondo la sua benevolenza ... per ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo co¬me quelle della terra" (Ef 1,3.9-10).
Attraverso le preghiere di una claustrale, “attraverso la benedizione che la presenza di un monastero riversa tutt'attorno, il mondo viene santificato e av¬vicinato a Dio; attraverso la sua unio¬ne nascosta con Cristo permette a ogni cosa di farsi più vicina al proprio fine ultimo e di dar gloria al proprio creatore”: questa consapevolezza e questa gioia nasconde nel suo cuore una monaca nella clausura.
E ancora, le regole e le osservanze della vita monastica non sono fini a se stesse, ma orientate a purificare il cuore, a ricercare una dimensione di pace, altruismo, umiltà, disinteresse verso preoccupazioni, ansie e modelli che rendono schiavi. Questa purezza di cuore, secondo la tradizione cristiana, si sviluppa nella carità fraternità, specchio della carità di Cristo ed è la ra¬gione prima delle comunità monastiche. La suora guarda alla sua comunità come a Cri¬sto. “L'universo creato è un tempio di Dio, e il nostro monastero è come se ne fosse l'altare, la comunità il tabernacolo; e Gesù stes¬so si rende presente nella comunità, offrendo il suo culto d'amore e di lode al Padre e santificando le anime per mezzo dello Spirito Santo”.
In questo mondo in rapida evoluzione la Chiesa, contro la quale “non prevarranno le porte degli inferi” (cf. Mt 16,18), è stabile. E la monaca, parte integrante del Cristo mistico, ha a sua volta un compito duraturo nel mondo umano in trasformazione. Questo significa che alcuni aspetti di un Ordine possono e devono cambiare, per mantenere un contatto vero e reale con gli uomini, ma saranno cambiamenti superficiali e accidentali, esterni, secondari. L'essenza profonda della vita dei chiostri rimarrà sempre la stessa : la preghiera incessante di persone nascoste con Cristo in Dio.